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La teoria dei colori

La teoria dei colori per come la conosciamo oggi è il frutto di un susseguirsi di studi e di teorie, appunto, che ci hanno portato a definirla.

Gli studiosi che per primi si interessarono alla teoria dei colori abitavano nel Rinascimento, qualche spunto infatti si trova già negli appunti di Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci. Ma fu Isaac Newton a rappresentarla per la prima volta nel diciassettesimo secolo.

Newton produsse la ruota dei colori composta tra rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, per rendere espliciti i rapporti tra un colore e l’altro. Dopo numerosi studi pubblicò la sua teoria a partire da un esperimento: facendo filtrare la luce solare in un ambiente attraverso un prisma, questa si rifrangeva in un insieme di raggi colorati.

In sintesi la teoria dei colori di Isac Newton dice che:

– i colori primari sono magenta, giallo e blu;

– i colori primari non possono essere ottenuti mescolando altri colori;

– mescolandoli tra di loro si ottengono i colori secondari dai quali si potrà ottenere qualsiasi altro colore.

Certo è vero però che a scuola ci insegnano che i colori primari sono verde, giallo e blu….qualcosa quindi non quadra?

Esatto! E questo perché la teoria dei colori può essere interpretata secondo la sintesi additiva o la sintesi sottrattiva.

Sintesi additiva: è quella che fa il nostro occhio, in questo caso i colori primari sono il rosso, il verde e il blu, i quali tutti insieme formano in bianco.

Sintesi sottrattiva: qui i colori primari sono il magenta, il giallo e il blu, i quali tutti insieme formano il nero o qualcosa che vi si avvicina parecchio.